San Giorgio
la Molara

Territorio ricco
di storia
e agricoltura

Regio Tratturo

Il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela è il terzo tratturo, per ordine di lunghezza, dell’Italia Meridionale.
Lungo 211 km, il Tratturo presenta sull’intero tracciato, da Pescasseroli in Abruzzo fino al confine tra Candela e Ascoli Satriano in Puglia, una larghezza media di 60 metri (30 passi Napoletani); ancora in uso come direttrice della Transumanza – dal latino “trans” (al di là) e “humus” (terra) e si riferisce all’antichissima pratica di muovere stagionalmente le greggi alla ricerca di nuovi pascoli e di climi idonei alla pastorizia, tradizione comune a diverse aree del Mediterraneo di cui si conservano testimonianze in Italia, Spagna, Francia, Romania, Grecia, Portogallo e Ungheria e per questo, riconosciuta dall’UNESCO l’11 DICEMBRE 2019 a Bogotà in Colombia, come Patrimonio Culturale Immateriale dell’ Umanità.

In Italia la transumanza era fortemente radicata nell’Appennino centromeridionale e veniva praticata stagionalmente tra Abruzzo e Puglia attraverso la Campania e il Molise, caratterizzando fortemente la storia e lo sviluppo delle civiltà, strutturando una complessa rete di “vie erbose” dette tratturi, fino ai primi anni ’50 del XX secolo. In qualche tratto il suo percorso si affiancava a quello della via Herculea, una strada consolare romana di epoca tardo-imperiale che collegava Aufidena (non lontano da Pescasseroli) con la Lucania, passando a non molta distanza da Candela.

Il tratturo inizia il suo tragitto da Campomizzo, una località a nord di Pescasseroli, e nel suo tratto iniziale attraversa il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. A Ponte Zittola, presso Castel di Sangro, se ne distacca il tratturo Castel di Sangro-Lucera, che andrà a sua volta a confluire nel tratturo Celano-Foggia.

In Provincia di Campobasso questi tre tratturi sono ulteriormente interconnessi dal braccio Centocelle-Cortile-Matese presso San Polo Matese. Nel suo tratto molisano il percorso del tratturo segue la strada statale 17 dell’Appennino Abruzzese e Appulo Sannitico, toccando Isernia e attraversando la sella di Vinchiaturo fra Bojano e Saepinum, portandosi quindi temporaneamente sul versante tirrenico.

Lasciato il Sannio Beneventano(Morcone, Santa Croce del Sannio, Circello, Reino, Pesco Sannita, San Marco dei Cavoti, San Giorgio la Molara, Buonalbergo), il tratturo penetra nell’Irpinia attraversando nuovamente la linea spartiacque all’altezza della sella di Ariano. Qui il tratturo, dopo aver lambito il villaggio neolitico de La Starza, entra in connessione con l’antica via Aemilia oltre che con il tratturello Camporeale-Foggia, il quale ultimo ripercorre invece il tragitto della via Traiana, fino a terminare il suo percorso a valle di Candela, all’estremità meridionale del Tavoliere delle Puglie.

Con i Sanniti, i tratturi diventarono fondamentali anche per l’economia, tanto che molti centri e fortificazioni sorgono proprio lungo il loro percorso, ma fu con i Romani che i tratturi diventarono un vero e proprio sistema “produttivo” efficiente perché furono i primi che compresero quale enorme ricchezza poteva derivare dalla pastorizia, tanto che coniarono il termine “pecunia” (denaro) derivante proprio dal latino “pecus”, ossia pecora. I tratturi sono “vie d’erba” caratterizzate infatti da innumerevoli varietà di piante, attraverso i quali i pastori spostavano due volte l’anno le greggi: a settembre verso le miti pianure pugliesi e a maggio alla ricerca dei verdi pascoli montani d’Abruzzo.

Oltre al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Tratturo attraversa e rasenta anche alcuni Siti di Importanza Comunitaria (SIC), aree che fanno parte della Rete Natura 2000, godendo di protezione particolare a livello europeo, in quanto scelte per il loro contributo significativo al mantenimento della Biodiversità della Regione in cui si trovano.